Guidalberto Pasolini Ermes

Da Porzûs a Bosco Romagno

di Paolo Strazzolini

La tragica fine di Guidalberto Pasolini, nome di battaglia Ermes, casarsese illustre e fratello minore del più noto Pier Paolo (anch’egli scomparso in circostanze non meno inquietanti), avvenuta nella zona di Bosco Romagno tra Cividale e Gorizia nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, fu il tremendo epilogo dei fatti accaduti nei pressi delle malghe dette “di Porzûs”. Il prologo, consumatosi in Comune di Faedis, sulle falde del monte Topli Uorh, nel gelido inverno 1945 e all’alba della Liberazione dal giogo nazifascista, rappresenta uno spaccato emblematico delle tensioni ideologiche, sociali e nazionali che si contrapposero nel Friuli Orientale a margine del conflitto mondiale. Giovane, esuberante e idealista, il Partigiano Ermes non fu insensibile al richiamo degli aneliti di libertà e democrazia riemersi prepotenti dopo il crollo del ventennale Regime fascista mussoliniano e la rovina della Patria, seguita al vergognoso armistizio dell’8 settembre 1943. Fedele al suo credo e ai principi di Giustizia e Libertà, nell’estate 1944, ancora diciottenne, non ebbe esitazione e corse ad arruolarsi nelle fila dell’Osoppo, per dare il suo contributo fattivo alla cacciata dell’occupante nazista e alla rinascita dell’Italia libera. Una volta in clandestinità, la sua adamantina personalità non tardò ad emergere e le vicende belliche lo videro distinguersi nella strenua difesa della Zona Libera del Friuli Orientale, investita dalla reazione tedesca, fino a trovare riparo per l’inverno sulle alture prospicienti la Slovenia. Trovatosi nel bel mezzo del conflitto ideologico-nazionale, determinato a difendere a oltranza l’italianità del Friuli Orientale dalle mire jugoslave, seppur esposto ai rigori del gelido inverno 1945 respinse l’offerta di rientro a Casarsa e la prospettiva di abbandonare i compagni e la lotta. Vittima tra le altre del proditorio agguato di Porzûs, vide prolungare l’agonia nella detenzione di Bosco Romagno, sottoposto ad estenuanti interrogatori da parte dei Gappisti di Giacca durante i quali, sorretto dall’incrollabile fede e dando prova della sua giovanile irruenza, seppe tener testa alle accuse e all’arroganza comunista. Avvicinandosi la fine, il destino gli riservò un singolare tragico epilogo, nel quale ebbe modo di sublimare fino all’ultimo respiro il suo ideale ed amore di Patria.

Prezzo: 15,00
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Autore
Rilegatura
Brossura
Pagine
104
Formato
16X22
Isbn
978-88-7772-349-9
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